“Sono bambina, non una sposa”: dalla Sicilia un forte no insieme ad Onu Italia contro i matrimoni forzati

E’ tutta italiana la nuova campagna per sensibilizzare sul tema delle tantissime , troppe, spose bambine nel mondo.
Proprio in occasione della giornata s sostegno di questa lotta, è stata lanciata la nuova campagna ideata dalla sociologa palermitana Giorgia Butera, con la collaborazione della fotografa e grafica Alessandra Lucca, dell’esperta di Medioriente Valentina Polini e della fotoreporter Federica Simeoli, e sostenuta anche da Onu Italia.
A destare ancor più attenzione su questa grande tragedia la fotografia di Alessandra Lucca che immortala una bimba con fazzoletto biano in testa e bambolotto in braccio. Lo scatto in breve tempo è diventato il simbolo di questa lotta. Una campagna partita dalla Sicilia e da Palermo ma che arriverà a breve in Quatar.

Siamo convinte che il sapere diffuso e condiviso, per quanto riguarda la condizione dei diritti umani negata, possa contribuire a una presa di consapevolezza utile a un fenomeno di cambiamento” ha spiegato la Butera.

Nel 2013 nei Paesi in via di sviluppo una bambina ogni 3 si sposa prima dei 18 anni, 1 su 9 e costretta a sposarsi addirittura prima dei 15. Le bambine prive di istruzione hanno il triplo di probabilità in più di sposarsi prima dei 18 anni rispetto a quelle con livello di istruzione secondario o più alto. Nei 4 Paesi in cui i matrimoni precoci sono più diffusi – Niger, Chad, Bangladesh e Guinea – oltre il 60% delle ragazzine prima dei 18 anni è sposata. Le figlie di madri giovani analfabete hanno la più altra probabilità di abbandonare la scuola, sposarsi giovani e ricadere nella povertà. Una tragedia a cui non si può restare indifferenti e il cui grido si alza proprio dalla nostra Sicilia grazie al lavoro e alla sensibilità di queste quattro donne.