Apre oggi i battenti il Miart: per le giovani coppie l’arte è sempre un buon investimento? Intervista a Claudio Borghi, esperto del settore


Investire nell’arte ha ancora senso al giorno d’oggi, in un momento in cui il mattone è sempre più intoccabile e l’oro è alle stelle? E per chi si accinge a fare il grande passo che sia proprio in un quadro o in una scultura la risposta alla precarietà ed all’incertezza di questi tempi?
Sono tanti i giovani infatti che invece di viaggi esotici o servizi di porcellane firmate si rivolgono alle gallerie per un regalo di nozze originale ed eterno.
Un punto di partenza per una collezione lunga una vita, un modo per congelare un patrimonio in possibile ascesa o un semplice piacere per gli occhi: questo e molto altro è ciò che spinge i giovani a rivolgersi all’arte per i propri risparmi.
Abbiamo chiesto un’opinione a riguardo a Claudio Borghi,economista ed editorialista di economia e politica per il quotidiano “il Giornale”, docente di Economia degli Intermediari Finanziari ed Economia e Mercato dell’Arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Una voce assolutamente autorevole ed esperta del settore che non ha mancato di darci qualche dritta per muovere i primi passi nell’arte.

In tempo di crisi investire nell’arte per una giovane coppia ha ancora senso?
Ogni coppia ha una sua storia finanziaria e nessun investimento va bene per tutti. Detto ciò si spendono cifre importanti per cose che una volta uscite dal negozio nessuno vorrà comperare: un’opera d’arte invece può rappresentare un valore, una gioia per gli occhi che “paga” ogni giorno e una parte di patrimonio famigliare da tramandare ai figli.

Artisti emergenti o nomi noti?
Si tratta di due tipi di collezionismo molto diversi. Con il nome noto è maggiore la componente di “valore già cristallizzato” e minore la parte di possibilità di incremento. Con gli artisti emergenti si possono impiegare cifre minori e se si è bravi e fortunati si potrà “pescare” il Picasso di domani ma il rischio che dopo alcuni anni il quadro non valga più nulla c’è. Di sicuro consiglierei di evitare di spendere cifre importanti per nomi che, pur avendo una lunga carriera, non sono ancora “emersi”.

A chi affidarsi? Gallerie, case d’aste, web, telemarketing…
Il web sta cambiando molto il mercato dell’arte. E’ possibile informarsi molto più facilmente del passato in merito a prezzi e tendenze. Avere un art-advisor che aiuti a capire il mercato dell’arte per i primi acquisti potrebbe essere molto utile, ma poi occorre ricerca e passione personale.

Qualche nome da tenere d’occhio?
Molti artisti storici del ‘900 italiano mi sembrano assai sottovalutati rispetto agli omologhi stranieri. Soprattutto gli astrattisti: da Mario Radice passando per Gianni Dova o Pinot Gallizio. Fra i giovani è interessante la generazione attiva negli anni ’90, che è in corso di storicizzazione: nomi come Cingolani, Pessoli, Pancrazzi, Velasco o Arienti hanno già passato la prima selezione del tempo. Fra gli emergenti apprezzo Andrea Mastrovito o Vanni Cuoghi. Tra gli esordienti sto osservando con interesse Isabella Mara.

Investire nell’arte è solo per pochi o anche chi si vuole affacciare a questo mondo con poche migliaia di euro può?
Non ci sono limiti inferiori di spesa. Anche un piccolo disegnino d’autore pagato meno di mille euro può dare una grande soddisfazione ed essere l’inizio di un’importante collezione.

Arte ancora da considerarsi bene rifugio o solamente oro, argento e pietre preziose?
Per “bene rifugio” di solito si intende qualcosa che resiste alle crisi finanziarie. In questo senso l’arte è un po’ una via di mezzo perché rappresenta un bene reale ma ha una componente di “lusso” che è sensibile al ciclo economico. Va tuttavia considerato anche l’aspetto fiscale: in tempi di tasse patrimoniali il quadro rappresenta un valore fortunatamente esente dalle pretese di Equitalia.

Come ha reagito il mercato dell’arte alla crisi?
Facendo selezione. Alcuni eccessi sono stati smaltiti e si sta ritornando a parlare di storia e qualità. Non si tratta necessariamente di un male. Nei momenti di euforia si incrementano i prezzi anche di chi forse non lo merita.

Se una giovane coppia in procinto di sposarsi optasse per un’opera d’arte al posto della solita lista nozze cosa le consiglierebbe?
Che bella idea! Confesso che io e mia moglie abbiamo fatto proprio così. Abbiamo esposto l’opera prescelta in una galleria d’arte e chi voleva poteva regalarci un “frammento” del quadro rappresentato con pezzi di un puzzle di diverse dimensioni a seconda della cifra.

Consiglio per nuovi potenziali collezionisti: seguire il proprio gusto o i dettami del mercato?
Impossibile prescindere dal gusto. Il quadro ci farà compagnia in casa magari per il resto della nostra vita. Sarebbe assurdo acquistare qualcosa che consideriamo uno sgorbio solo sperando in una sua rivalutazione. Tuttavia quando si tratta di cifre importanti occorre essere molto consapevoli del mercato. La scelta è ampia e, con un po’ di attenzione, è possibile acquistare qualcosa che ci piaccia al giusto prezzo e con buone prospettive.

Per lei come è nata questa passione? Primo oggetto d’arte ricevuto in regalo o acquistato?
Ho sempre seguito l’arte anche da ragazzo, tuttavia la voglia di collezionare è nata con l’emozione del primo acquisto effettuato ad un’asta di beneficenza ed è proseguita sposando una donna che, fortunatamente, condivideva la passione.

Si sentirebbe di consigliare a due giovani sposi di mettere i propri risparmi in opere d’arte? Quali sono i lati positivi rispetto al mattone e all’oro?
Di tutti gli investimenti che ho mai fatto quelli in arte sono stati di miglior soddisfazione. In essi ritrovo ogni giorno momenti felici (comperare un quadro è sempre una gioia) e i ricordi di un percorso di vita della mia famiglia, per cui come potrei non consigliarlo a due giovani sposi? Azioni e obbligazioni hanno enormi vantaggi e devono essere la base di ogni piano di risparmio, però non hanno anima. Il mattone (a parte la prima casa) probabilmente fra tasse e manutenzione costa di più di quanto rende. L’oro temo sia una grande illusione e in molti, per paura della crisi, lo hanno caricato di un valore eccessivo.

Ciò che forse blocca un po’ i giovani nell’affidarsi all’arte è l’idea di congelare una ricchezza, che al momento del bisogno non sarebbe immediatamente disponibile a differenza della liquidità. Cosa si sente di dire in merito? E’ effettivamente difficile rivendere un’opera d’arte? Non si rischia di perderci invece di guadagnarci?
E’ verissimo: al momento i costi di transazione (come ad esempio le commissioni richieste dalla casa d’aste) sono ancora molto alti e se una coppia pensa di avere bisogno di monetizzare l’investimento dopo breve tempo, l’acquisto di un quadro di prezzo elevato non è probabilmente consigliabile. Tuttavia la crisi ci ha insegnato che anche impieghi di denaro intesi come “sicuri” incorporavano in realtà un insospettabile grado di rischio. Come per tutte le cose occorre misura e fare il passo lungo come la gamba.

Cosa non dovrebbe mancare nella collezione d’arte di una coppia agli inizi?
Un libro di storia dell’arte, molti biglietti di mostre e musei e un quadro che ad entrambi ricordi uno sguardo d’intesa, quello nel momento in cui prima di decidere l’acquisto entrambi hanno pensato “è lui”.

Per scoprire le ultime tendenze e capire su cosa è meglio investire visitate l’edizione 2012 del Miart dal 13 al 15 marzo presso Fiera Milano City, ingresso Viale Scarampo. Per info www.miart.it

Chiara Besana

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