Ma quanto costa sposarsi in chiesa? Se lo è chiesto uno degli inviati storici delle Iene, Giulio Golia, il quale in un servizio del 22 settembre ha mostrato usi e tariffe di alcune delle più conosciute chiese di Napoli. Il servizio della Iena Golia parte dalla notizia apparsa sui quotidiani qualche giorno fa in cui il vescovo di Nola, in provincia di Napoli, invitava i preti a non applicare tariffe fisse agli sposi che decidono di sposarsi in chiesa, visto il periodo di crisi sia economica che di matrimoni.
Al contrario invece di quanto ci si aspetterebbe nel napoletano sembra esistere un vero e proprio tariffario per la celebrazioni in chiesa, che va da un minimo di 250 euro ad un massimo di… 850.
A peggiorare le cose l’obbligo da parte di alcune delle chiese prese in considerazione dal servizio di usare fioristi e fotografi interni alla parrocchia, così da non lasciare libera scelta agli sposi.
Per dovere di cronaca mi sento di dire che si tratta solo di un campione preso ad esempio e non dell’intera realtà italiana.
La mia esperienza:
A distanza di 5 mesi dal mio matrimonio mi sento di raccontarvi la mia esperienza in materia, sia per darvi un punto di vista diverso sia per correttezza nei confronti della Chiesa.
Il filmato di Giulio Golia è ottimo, utile e preoccupante, ma è necessario considerare anche che come qualsiasi altro servizio che desideriate avere nel giorno del vostro matrimonio anche la chiesa ha un costo. Al giorno d’oggi in molti, troppi forse, storcono il naso a sentir parlare la chiesa di soldi in un giorno tanto importante; tuttavia anch’essa ha dei costi a cui deve far fronte come luce, personale, riscaldamento, pulizia prima e dopo la cerimonia ecc
Io mi sono sposata in una splendida chiesetta di Senago, in provincia di Milano. Al termine della funzione una persona incaricata, un’amica di famiglia, ha consegnato al sagrestano una busta con un’offerta libera. Nessuno mi ha chiesto una cifra prestabilita.
Con grande garbo il parroco di Senago è venuto all’inizio della cerimonia a farci personalmente gli auguri e a donarci una copia della Sacra Bibbia, nonostante non fosse lui a celebrare. Ho avuto infatti la fortuna di avere come celebrante un caro amico di famiglia, che ha reso la funzione carica di emozione e significato.
Per quanto riguarda invece la mia chiesa d’origine, che si è occupata dei documenti e dove io e mio marito Mauro abbiamo seguito il corso prematrimoniale, stessa cosa. Nessuna richiesta di soldi addirittura, nonostante il corso, il libretto dato al termine delle lezioni, i documenti emessi e mandati per la firma anche in Curia.
Sia la mia parrocchia che quella di mio marito non hanno chiesto un soldo, anzi alla nostra donazione hanno risposto con grande stupore ed incredulità.
Non posso quindi che farvi notare la presenza di differenti realtà in Italia. Quello che però mi sento di consigliarvi è di non pensare a tutte le spese del matrimonio, tralasciando quelle della chiesa. Destinate una somma consona alla situazione e in linea con le vostre possibilità alla chiesa che al giorno d’oggi deve comunque far fronte a tante spese anch’essa. Non avrebbe senso acquistare bomboniere solidali e non elargire una piccola somma a chi nel giorno più importante vi ospita per farvi incontrare col Signore al cospetto di ospiti e parenti per suggellare un amore eterno.
Al momento di organizzare le spese del matrimonio inserite quindi nel budget un’offerta alla chiesa, che sia proporzionata al tipo di nozze che avete in mente di celebrare. Se infatti sognate un matrimonio sfarzoso, fatto di prelibatezze e fuochi d’artificio, non comportatevi da meno per il luogo di culto. Se invece avete in mente un matrimonio semplice potrete contenere le spese anche nella celebrazione, tenendo sempre in conto un doveroso ringraziamento a chi ospita le vostre nozze.
Conclusione? Niente tariffario, ma tanto buon senso!