Una delle attività preferite specialmente dalle donne dopo un matrimonio è quella di commentare per giorni e giorni tra amiche e parenti le mise di sposi, invitati e familiari. Il giorno delle nozze è infatti da sempre occasione per dar sfoggio di eleganza, talvolta anche del contrario con abbinamenti azzardati e abiti improbabili, tanto da essere il tema sovrano tra i discorsi del dopo cerimonia. Una regola semplice e generale dovrebbe salvare tutti da occhi indiscreti e cioè la semplicità.
E’ fondamentale che ciascuno si senta bene nel proprio abito e non esageri per strafare proprio in occasione di una data tanto importante.
La moda certo non aiuta in Italia, proponendo soprattutto a bimbi e signore abiti da cerimonia di dubbio gusto, spesso addirittura kitsch, che poco donano anche alla più bella delle donne. Meglio quindi prediligere qualcosa di più classico e lineare magari impreziosito da accessori preziosi ed originali.
Per carpire qualche suggerimento (o magari per qualcuno per non cadere in errore) ecco l’articolo che guarda con la lente d’ingrandimento alle mise degli invitati del mio matrimonio, per apprezzare dettagli e trovare idee interessanti.
Il mio abito, come già accennato nel primo articolo pubblicato qualche giorno fa, è stato fatto modificare da una sarta, squisita amica di famiglia da sempre che lo aveva confezionato originariamente per mia madre 27 anni fa, è stato impreziosito da alcuni dettagli scelti e curati meticolosamente.
Il velo, che mia madre aveva scelto di non portare nel giorno delle sue nozze, è stato cercato in molti negozi di Milano con mia madre, fino a trovare quello che ho indossato: un leggerissimo velo di tulle impreziosito dalla sarta con l’applicazione di alcune foglie del pizzo dell’abito.
Per quanto riguarda le scarpe invece ho optato per un decolté semplice ma elegante, con tacco 12, realizzato da un artigiano di Brera con la stoffa del mio vestito. Un consiglio: provate e riprovate le scarpe delle vostre nozze nei giorni che precedono il grande evento. Io purtroppo a causa dei tanti impegni non l’ho fatto e mi sono ritrovata alle 2 di notte con i piedi a mollo nella vasca da bagno della suite dell’albergo. Non prendete la cosa sotto gamba perché io porto sempre e dico sempre tacchi alti 10-12 cm senza il minimo sforzo, ma quel giorno ero davvero stremata.
I gioielli che ho indossato sono stati invece una mia scelta precisa. Non avrei mai potuto indossare altro: un doppio filo di perle, regalatomi dalla mia mamma qualche mese prima del matrimonio, e un paio di brillanti alle orecchie, dono di una coppia di amici di famiglia che ormai non ci sono più ma che ho sentito vicino a me comunque quel giorno. Se potete quindi non storcete il naso al cimelio di famiglia o al dono di una nonna emozionata. Non sarà forse quel filo di brillanti che avete visto scintillare in Via della Spiga ma avrà senz’altro quel qualcosa in più.
Dono della mamma anche il completo da camera e la biancheria intima per l’occasione. Durante la preparazione è stata utile e assolutamente azzeccato l’abbinamento vestaglia e pantofoline di seta e pizzo.
Il bouquet invece è stato quel qualcosa in più che tutti gli invitati hanno saputo notare. Non si trattava infatti di un bouquet qualsiasi, ma di uno creato apposta per l’occasione da Ken Delbeek, un’artista di San Francisco di cui vi ho parlato qualche mese fa in un’intervista. La sua bravura nell’arte di creare fiori con la creta ha lasciato assolutamente di stucco gli invitati, che a bocca aperta mi hanno dovuto chiedere a uno a uno se si trattasse di fiori veri o finti.
A pochi mesi dal matrimonio io e Ken ci siamo infatti sentite e abbiamo concordato come dovesse essere il mio bouquet. Si trattava di un mazzo di peonie rosa tenue, orchidee ed ortensie bianche e verdi.
Dello stesso materiale i fiori verdi e rosa delle damigelle, appuntati a lato del viso dall’hair stylist Angelo Tomei.
Non meno elegante lo sposo, mio marito Mauro, che ha scelto per il matrimonio un mezzo tight di taglio sartoriale, realizzato come gli abiti dei garcons e del padre dall’impeccabile e ricercata Sartoria Malpeli.
Scarpa nera,pantalone rigato, camicia bianca e cravatta grigia sono stati impreziositi da un paio di gemelli, regalati dalla mia famiglia e appartenuti a mio nonno. Un vero e proprio onore a detta di mio marito!
Per i garcons invece completo grigio e cravatta rosa.
Ad accompagnarli a braccetto le mie insostituibili damigelle, che mi sono state vicino e hanno vissuto come me le ansie e le emozioni di quel giorno.
Per Carlotta, Carolina e Rossella ho scelto un modello di grande semplicità ed eleganza: una tunica leggera ed impalpabile di chiffon bianco chiusa da una fusciacca alta di organza verde in contrasto.
A coprire le spalle un leggero coprispalle d’organza in tinta. Stesso modello per Chiara, damigella d’onore e mia cugina, ma sui toni del rosa.
Tra le damigelle non poteva però mancare la piccola “capofila”, dedita al lancio dei petali in chiesa: Sabrina, composta e bellissima damigella, ha indossato un elegante abitino di lino con piccoli boccioli di rosa sulla fusciacca e grande fiocco sul retro. Faccia da furbetta e caschetto alla Valentina è stata pettinata da Angelo con una grossa peonia rosa a lato del viso.
Mamme e testimoni sono state poi le più eleganti con mise diverse tra loro ma di grande carattere.
Mia madre ha scelto, non senza qualche remora dovuta alla diffidenza al momento dell’acquisto, ma con il mio indiscusso supporto sin da subito, per un leggero e sofisticato abito con maniche a farfalla verde smeraldo e nero di Escada.
A completare il tutto decolté di raso nero e pochette verde. A mio parere in assoluto la più elegante!
La mamma dello sposo, Luisa, è stata invece la sola a seguire alla lettera le indicazioni della nuora e cioè le mie, indossando un abito lungo.
Per lei quindi un vestito da sera lungo fino ai piedi di chiffon blu notte con corpetto impreziosito da strass. Coprispalla avorio in chiesa e stola in chiffon per il ricevimento.
Le due testimone sono state senza dubbio esempi di grande eleganza, prima fra tutte mia zia Silvana, che ha optato, dopo varie indecisioni della nipote (!), per un completo da cocktail tubino e caban sui toni dell’oro firmati maison Valentino.
A contrasto scarpe e pochette, oltre che la stola usata per il ricevimento, scelti di un color petrolio, tanto di moda quest’anno.
A impreziosire il tutto ci hanno pensato le favolose creazioni di Rubinia, gioielleria di Milano nota per la raffinatezza e l’originalità.
Per l’altra testimone invece, Emanuela, mia amica da sempre, un abito molto elegante color carta da zucchero, sandali blu china Gucci e una importante collana di perle a più fili.
Un’osservazione particolare va fatta alla mise del padre della sposa, in abito grigio chiaro. Un vestito già visto, ma che nessuno ha ricordato, poiché fu l’abito di nozze con cui sposò mia madre. Con grande orgoglio e un filo di emozione in più il completo è calzato a pennello.
Posto d’onore nella top ten delle mise va senz’altro alla nonna in completo pantalone blu di seta impreziosito da collo a sciarpa plissè e fibbia gioiello.
Tra gli invitati tanti dettagli e abiti degni di nota, primo fra tutti quello dell’amica e valida aiutante per tutto il corso della giornata, Carla, che ha optato per un abito glicine e avorio in shantung, abbinato a coprispalla e originale borsa in tinta.
Tra le più eleganti senz’altro la mia professoressa di lettere del liceo, importante presenza in un giorno come questo, che ha scelto un tubino molto elegante impreziosito da gioielli essenziali e sofisticati.
Stesso appunto da fare a una delle mie amiche storiche, Alice, in abito color sabbia e strass.
Tanti i dettagli che a riveder le foto saltano all’occhio come importanti bracciali, accessori ricercati e mise azzeccate.
Ultimo appunto da fare il gioiello al collo delle damigelle, che non è altro che il cadeaux marriage scelto da me e Mauro per i nostri invitati ed indossato in anteprima da loro come dono benaugurale.
Si tratta di un ciondolo di madreperla bagnato nell’oro ed impreziosito da pietre di vario genere.
Questo, dono accolto con grande entusiasmo da tutte le invitate presenti al ricevimento, è stato creato dalla gioielleria Rubinia, che ha pensato anche alla creazione delle bomboniere per i testimoni, eleganti conchiglie svuota tasche ornate di pietre e oro.
Stessa firma, quella di Rubinia per l’appunto, per le fedi scelte da me e Mauro: due anelli molto particolari chiamati “il filo della vita” perché formati da 12 fili intrecciati. Per lui in oro rosa, per me oro rosa e brillanti.
Spero di essere stata utile nel darvi qualche indicazione in più ed appuntamento al prossimo post dedicato al vivo racconto del matrimonio.
A presto, Chiara Besana
Foto come sempre d Morlotti Studio