Trent’anni di vita insieme sono quasi 11000 notti passate l’uno accanto all’altro per altrettanti risvegli, sono sorrisi, emozioni, timori, preoccupazioni, grandissime gioie ma anche dolori da condividere l’uno con l’altra. Sono la consapevolezza e la determinazione di sapersi scegliere ogni giorno, anche se man mano le rughe aumentano e la conoscenza dei pregi e difetti del compagno sembra essere la cosa più risaputa al mondo.
Ogni giorno c’è una coppia che si innamora, si sceglie e si promette amore eterno ma sempre più questo sembra durare il tempo di un batter d’ali.
Lontani i tempi in cui ai figli si raccontava che l’amore è sì la cosa più bella del mondo, ma che essa comporta sacrifici, scelte, persino rinunce; è ora il tempo invece dell’apparenza persino per il giorno più importante della vita di un uomo e di una donna.
Chi si sposava trent’anni fa non pensava di certo a quale wedding planner affidare l’organizzazione delle proprie nozze o a fare richieste onerose e sfarzose su cake multipiano e gadget monogrammati.
Il gesto in sè era al centro del giorno del sì, disadorno da tutti quei mille vizi e vezzi che il benessere dell’epoca moderna ha portato con sè. Ben venga la festa con tutti i suoi attori, i decori e il lusso ma anche senza si può salire all’altare, dicendo sì ad un unione per sempre.
Ci si accontentava di vivere le emozioni di un momento indimenticabile insieme ai propri affetti, una torta di fragoline di bosco e una cascata di riso bianco.
Persino i più benestanti dicevano sì con un mazzo di rose e “velo da sposa” camminando per una navata spoglia ma accogliente, al suono delle voci del coro della Chiesa stessa.
In un Paese che non sa più rinunciare e che a volte chiede, nonostante un conto in banca risicato, tutto ciò che i film fanno desiderare, è giusto chiedersi se tutto questo ha senso.
Trent’anni fa ci si sposava senza tutto questo eppure i matrimoni duravano di più? E’ molto probabile o di certo io ne so qualcosa.
Anche io mi sono sposata con un matrimonio da pellicola hollywoodiana con cinque damigelle e altrettanti garcon d’honneur, una torta da Mille e una notte e una distesa di peonie e rose bianche. E’ stato il giorno più bello della mia vita insieme a quello della nascita di mia figlia.
Eppure anche spogliato di tutti gli eccessi e gli sfarzi saremmo rimasti io e mio marito insieme al nostro amore, agli affetti e a quella sensazione così gratificante ed inebriante al tempo stesso di camminare tre metri sopra il cielo.
Quante cose si vivono in trent’anni insieme: si guarda il mondo cambiare, si affrontano ostacoli, momenti di difficoltà che magari la presunzione giovanile aveva fatto credere che non sarebbero mai capitati, ci si emoziona di fronte alla nascita del proprio figlio, ai suoi successi e insuccessi, si cresce insieme, si cambia, si migliora o a volte si peggiora, si conoscono persone, che a volte bisogna anche salutare per sempre, ci si commuove nell’accompagnare all’altare quella figlia tanto amata e ci si sofferma a osservare quello sguardo furbo e dolce al tempo stesso di un bambino che chiama “nonno” e “nonna”, facendo amare quelle parole sin dal loro primo suono.
L’anniversario dei trent’anni di nozze è chiamato anniversario di perla e ora capisco perché: è un po’ come essere stati per tanto tempo pescatori in mezzo al mare su di una barca a volte accogliente e rilassante col mare calmo e il vento che scompiglia i capelli, e a volte invece stretta e scomoda con fuori la burrasca e i pescecani con l’acquolina in bocca.
Passati giorni, mesi, anni a solcare le onde del mare si buttano le reti ed ecco che tra tanti pesci spunta un’ostrica, una conchiglia meno bella di tutte quelle collezionate prima ma che al suo interno contiene un vero e proprio tesoro: una perla bianca, semplice e perfetta al tempo stesso.
Non tutti i molluschi danno però origine ad una perla, è un fatto complesso. Basta che un semplice granello di sabbia riesca ad entrare all’interno della conchiglia che questa lo accoglie con una reazione chimica che dura mesi ed anni fino a formare quella che spesso vediamo nelle vetrine delle vie del centro: una perla.
Ecco allora che dopo trent’anni il lavoro dei pescatori viene premiato, dando forza e ragione ai tanti momenti di vita passati l’uno con l’altra, per prendere il largo insieme per altri trent’anni.
Tanti auguri mamma e papà!