Ice Bucket Challenge, il mondo del wedding non resta a guardare: Angelo Garini dà il buon esempio

Combattere la Sla, la sindrome della Sclerosi laterale amiotrofica, a colpi di secchiate d’acqua gelata: è questo l’Ice Bucket Challange, il fenomeno virale che a tratti ha lasciato perplessi o addirittura scatenato aspre critiche nel mondo. Volti noti della cultura, dello spettacolo, dello sport e della politica da Bill Gates, George W. Bush, Lady Gagga fino ai nostrani Matteo Renzi e il premier Matteo Renzi hanno aderito al tam tam di questa sfida ghiacciata a sostegno della ricerca contro una delle malattie più gravi che esistano.
Ideata da Pete Frates, 29 anni, malato di Sla ed ex promessa del baseball americano, l’«Ice Bucket Challenge» negli Stati Uniti ha in breve tempo raccolto donazioni per circa 62.5 milioni di dollari. In Italia anche l’Aisla, l’Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, non ha perso tempo ed ha aderito ufficialmente alla campagna.
Purtroppo al momento la raccolta di fondi italiani è molto al di sotto dello sperato. Molte, troppe persone, hanno infatti pensato di sfruttare questi 5 minuti di celebrità sul web senza aiutare concretamente la ricerca.

Ciò nonostante non si è mai parlato tanto in Italia di questa grave malattia neurodegenerativa che solo in Italia colpisce circa 6mila persone. L’Aisla in questo momento è impegnata a creare la prima Biobanca nazionale dedicata alla Sla e a lanciare il progetto Operazione Sollievo dedicato al sostegno delle famiglie che ogni giorno affrontano la malattia.

In questi giorni su Facebook ho visto tanti amici, più o meno famosi, scendere in campo per questa causa, chi per un reale interessamento chi per semplice voglia di mettersi in mostra.
E mi sono chiesta? Ma il mondo del wedding può restare a guardare? In un settore, in cui comunque nonostante la crisi si spendono tanti soldi per dirsi sì, possibile che l’Ice Bucket Challenge non trovi qualche sostenitore?
Con piacevole sorpresa un paio di giorni fa la mia domanda ha trovato risposta.
Grazie alla nomination di Gaia Lunard, mia amica ed organizzatrice di eventi che abita in Francia, si è fatto avanti uno dei wedding planner più noti al pubblico, Angelo Garini, il quale con grande garbo non si è tirato indietro, ha raccolto il guanto della sfida e si è fatto una doccia ghiacciata a sostegno della Sla.
Ora avanti il prossimo.
Mi rivolgo soprattutto a coloro che si sposeranno in queste settimane e nei prossimi mesi.
Parte della lista nozze donatela alla ricerca e all’Aisla, compiendo un gesto importante che certo vi porterà bene per l’avvio della vostra vita matrimoniale.
Per le donazioni basta andare sulla pagina dedicata del sito dell’Aisla
Se lo desiderate inviatemi una vostra foto (magari proprio nel giorno delle vostre nozze) dell’Ice Bucket Challange e io la pubblicherò qui su Oggi Sposi con grande piacere.
Del resto sposa bagnata, sposa fortunata!
L’invito vale anche per tutti i professionisti del settore che vogliono realmente dare una mano alla ricerca e non farsi pubblicità.


Se invece non avete ancora deciso le bomboniere. Ecco un’idea originale che sostiene comunque la Sla.
Amen, l’azienda nota ormai da anni per i suoi bracciali e accessori con impresse le preghiere più famose, da oltre tre anni sostiene la ricerca con una raccolta fondi con una linea di gioielli caratterizzata dalla significativa frase di Madre Teresa di CalcuttaQuello che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano… ma se non ci fosse quella goccia all’oceano mancherebbe” e ad un’altra riportante la frase dello stesso Gianluca Vialli “Every Journey of a thousand miles starts with a single step”. O semplicemente alle preghiere del Padre Nostro e dell’Ave Maria, simbolo di fede, speranza e amore.
Una raccolta fondi legata alla vendita dei bracciali in distribuzione in oltre duecento punti vendita in Italia e attraverso la stessa Fondazione. Un cadeaux marriage diverso dal solito ma che certo farà piacere a chi lo riceverà, oltre a fare del bene ai malati di Sla.

Contribuite alla ricerca nel vostro giorno più bello. Dite sì all’Aisla!