Ora il tuo matrimonio diventa un racconto grazie ad Heidi Busetti, la prima wedding reporter

Siamo appena sopravvissuti dal tornado wedding planner che ha sconvolto l’Italia, facendoci conoscere un nuovo modo di pensare ed organizzare il matrimonio, ed ecco ora affacciarsi nel mondo delle nozze e del lavoro una nuova professione: la wedding reporter. Ad inventare questo inedito e curioso ruolo è Heidi Busetti, giornalista di matrimoni in tutti i sensi. Non una semplice redattrice sulle riviste del settore, ma una vera e propria reporter che al fianco degli sposi ha il compito di raccontare momento per momento il giorno delle nozze. “Un matrimonio incantato” edito da ARPAnet è il suo primo romanzo, frutto della sua geniale intuizione che promette di diventare un vero fenomeno di costume. In questa intervista Heidi ci racconta tutto questo e molto altro.

Come definiresti il tuo lavoro? Cosa fa una wedding reporter?
Il mio lavoro è quello di una giornalista che vive in prima persona l’esperienza di cui poi andrà a scrivere. La wedding reporter è quindi un “pennino curioso” che racconta un matrimonio realmente vissuto, in tutti i suoi dettagli, partendo dalla storia d’amore dei due fidanzati. Ad essere raccontato sarà anche lo stile del matrimonio, che può essere rappresentato dall’abito della sposa, dalle scarpe glamour dell’invitata, fino all’allestimento della location.

Da dove è nata l’idea? E da quanto tempo fai questo lavoro?
L’idea è nata dalla mia passione per i matrimoni, in qualità di invitata. Mi diverto ogni volta ad osservare ciò che accade, vivendo il matrimonio come un vero e proprio evento ogni volta unico ed irripetibile. La wedding reporter è un’idea concretizzatasi da poco, grazie al supporto di Paco Simone, editore di ARPANet, che ha creduto in questo progetto.

Come mai una giornalista decide di fare la wedding reporter?
Perché è un modo divertente di leggere dinamiche sociali, conoscere persone e vedere nuove idee…

In Italia sei l’unica a svolgere questo lavoro?
Sì, se per wedding reporter si intende una giornalista che trasforma i matrimoni in romanzi, dopo averli realmente vissuti. Non conosco nessuno che svolga questa professione, sinceramente nemmeno all’estero.

E’ appena uscito il tuo primo romanzo “Il matrimonio incantato” edito da ARPANet, frutto proprio del racconto di un matrimonio che hai seguito come reporter di nozze. Di che cosa si tratta?
“Un matrimonio incantato” è un matrimonio che si è svolto realmente in un bosco. L’obiettivo di questo primo romanzo però, a differenza dei prossimi, è quello di offrire un esempio di ciò che può fare una wedding reporter. Sono reali tutti i dettagli dell’evento, dalla descrizione dell’abito a tutte le idee, fino agli operatori che in quel giorno hanno collaborato alla riuscita dell’evento, ma i nomi di sposi ed invitati sono di fantasia.

Credi di pubblicare altri romanzi e quindi racconti di matrimoni? Con quale criteri sceglierai di pubblicare un matrimonio piuttosto di un altro?
Sicuramente ad “Un matrimonio incantato” seguiranno altre pubblicazioni, che andranno a far parte della collana Wedding Stories. I matrimoni che andranno in libreria saranno scelti dall’editore in base all’unicità dell’evento, alla storia d’amore che lega i due fidanzati, piuttosto che alla singolarità dei personaggi che li circondano. Il titolo dei libri della collana Wedding Stories sarà sempre formato dalla parola “matrimonio“ seguito da un aggettivo. “Un matrimonio incantato”, “Un matrimonio classico”, “Un matrimonio colorato”, per esempio. Questo perché l’obiettivo è quello di creare una collana di eventi variegati che possano diventare un punto di riferimento, soprattutto per le idee contenute, per le future spose.

Non credi che il lavoro di wedding reporter abbia il limite di guardare e quindi raccontare il giorno del sì in maniera poco personale e sentita, perché persona esterna all’evento?
E’ un rischio… per questo serve la capacità di entrare in relazione all’evento guardando tutti gli aspetti, compreso quello psicologico. È proprio per evitare questo distacco che io chiedo agli sposi di incontrarci qualche settimana prima così da “respirare” un po’ il tono dell’evento. Sto con entrambi per ascoltare la loro storia fin nei dettagli più romantici, anche se di natura preferisco gli episodi divertenti. Ho un amico che, ricevuta la prima lettera d’amore della fidanzata, l’ha corretta con la biro rossa e l’ha rimandata al mittente. Sarebbe stato un aneddoto fantastico da inserire in un romanzo dedicato al loro matrimonio…

Che tipo di sposi sono quelli che ti contattano?
Sono persone estremamente umane. Va bene la bellezza dell’evento, ma ciò che più conta è il feeling che si stabilisce con gli sposi. Per questo le persone che mi contattano hanno pregi e difetti, che raccontano con un sorriso.

Come vivono gli ospiti di un matrimonio la tua presenza?
Penso che cambi molto a seconda della natura di ogni ospite. In generale sono una persona che sa farsi apprezzare, perché non sono invadente e amo il contatto umano. Ciò che conta per me è innanzitutto l’ascolto.

Dopo che hai partecipato all’evento come prosegue il tuo lavoro? Cosa consegni esattamente agli sposi?
Successivo al giorno del matrimonio, avviene la stesura del testo che si concretizza in un romanzo personale, se resta solo agli sposi e ai loro invitati, oppure in un romanzo che tutti possono acquistare in libreria. Ogni matrimonio ha una copertina dedicata, nel senso che ogni volta viene disegnata una copertina differente da Francesca Fasoli, art director di ARPANet.

Quanto costa circa questo servizio?
Essendo iniziata da poco l’attività, il servizio viene oggi offerto al prezzo di 1.050 euro più iva. Include la mia presenza all’evento, la stesura del testo e tre copie, per gli sposi ed i loro genitori. Se poi se ne vuol fare una bomboniera, allora il costo delle copie in più verrà calcolato in un forfait che deciderà l’editore.

In un mondo in cui non si può più fare a meno di immagini e video, credi ci sia bisogno di tornare alla parola scritta, al racconto per immortalare un momento?
Nel libro non ci sono fotografie. È stata una scelta ben precisa che dà spazio all’immaginazione di ogni singolo lettore. Il senso è proprio quello di un ritorno alla parola scritta come valore, come una ripresa cosciente di uno spazio che le immagini vanno un po’ a colmare. Ritengo sacra la fotografia, mio marito è un fotografo, ma credo che molto anche nel fascino delle parole.

Quante copie consegni ad ogni coppia di sposi?
Tre inizialmente, ma poi gli sposi possono ordinarne quante ne desiderano.

Ho sentito che qualcuno trasforma i tuoi racconti in vere e proprie bomboniere. E’ stata tua l’idea?
Sì. Mi piaceva l’idea di consegnare agli invitati un libro che parlasse anche un po’ di loro.

Chiara Besana