Un’interessante inchiesta di Moda24 negli scorsi giorni ha evidenziato come il business nel settore dell’abito da sposa reagisca alla crisi. Si dice infatti che il mondo del wedding sia in continua ascesa, ma sarà proprio così per tutti? Tra fiere di settore, manifestazioni, corsi di formazione e la nascita di nuove figure professionali sembra davvero che il wedding abbia subito negli ultimi anni un vero e proprio boom alla faccia della recessione.
Nel mercato degli abiti da sposa tuttavia la forbice si è però allargata: c’è chi sceglie l’abito da 8-10mila euro (o addirittura oltre) e chi lo cerca su internet a qualche centinaio di euro o perfino a noleggio. Il mercato interno, secondo una stima di Moda24, vale 600 milioni all’anno: nella media nazionale, lei spende 2mila euro, lui mille. Dal punto di vista geografico, nei negozi di Milano lo scontrino medio è di 1.400 euro nella grande distribuzione e 2.800 negli store più ricercati, a Napoli si arriva ai 3.500 euro, mentre sulle isole il prezzo si assesta sui 1.500 euro.
Secondo i commercianti il numero degli abiti venduti è sostanzialmente rimasto invariato con una cifra di circa 400-500 abiti per negozio nelle città più importanti del Paese e 50-100 in quelle minori.
In controtendenza la città Napoli con un aumento delle vendite in volume del 10%. Tuttavia anche in questo settore c’è qualche nube grigia: i rivenditori infatti evidenziano fatturati e margini in lieve decremento. Per combattere la crisi i commercianti fanno ricorso alle classiche strategie di marketing: quasi tutti infatti fanno ricorso alla pubblicità, che incide sul fatturato fino al 5-10%, alle promozioni, agli sconti, a spazi outlet e ad omaggi di piccoli accessori.
Crisi è però sinonimo anche di sobrietà ed ecco allora che gli stessi abiti cambiano in base al momento economico che stiamo vivendo. Sembra strano ma c’è infatti negli ultimi tempi una predilezione per tessuti meno costosi come il tulle, lo chiffon e la georgette, e per scelte cromatiche più tenui degli anni passati.
A questo dato non va però dimenticata anche la tipologia di cliente italiano modello: si sa infatti che gli italiani da sempre sono “viziati” in fatto di moda e ancor più quando si tratta di un evento come il matrimonio, tuttavia la qualità ricercata ora sembra focalizzarsi sulla fattura e sulla vestibilità, piuttosto che sul tessuto.
Trend stabile per il made in Italy che continua a rappresentare la scelta preferenziale fatta dalle spose italiane in cerca di qualità e sartorialità, nonostante un crescendo dei competitor stranieri soprattutto cinesi per le fasce medio-basse che preferiscono risparmiare sull’abito preferendogli un viaggio di nozze più costoso o una location da sogno.