Reportage di un sì: una giornalista tra gli invitati per raccontare le emozioni di quel giorno e non solo (Parte 2)

I preparativi
Si parte. Sono le otto del mattino e l’auto che porta il team di cinque fotografi e videoperatori dello studio di Michele Dell’Utri lascia Milano alla volta di Modena.
C’è chi risale da giornate di fuoco, con turni estenuanti di matrimoni, battesimi e shooting uno in fila all’altro. Del resto è aprile, il mese d’apertura della stagione e questa sarà così intensa fino a metà ottobre, con periodi di 4/5 matrimoni di fila da seguire e giornate in cui la squadra sarà dislocata per tutta Italia per seguire fino a cinque matrimoni diversi. Neanche il tempo di abituarsi al nome di due sposi che già, scaricate le card con le foto del giorno prima, si deve andare sul posto a immortalare i preparativi di una nuova fanciulla in abito bianco.
Il bagagliaio è un intricato insieme di reflex, batterie, microfoni e tanto altro.

Con poche ore di sonno alle spalle ecco che in macchina per la prima ora la fa da padrona il silenzio e la musica per lo più, all’infuori di Michele, vero e proprio capitano della squadra, che mi informa già sulle tempistiche e la logistica della giornata.
Solo dopo il secondo caffè, quando mancano ancora due ore all’arrivo, in auto iniziano le prime chiacchiere: c’è chi si informa su come sono gli sposi, chi chiede delucidazioni sull’ultimo modello di macchina fotografica a disposizione e chi invece ricorda aneddoti di matrimoni passati.
Ogni volta è un’avventura diversa in effetti, e ci si trova di fronte persone disponibili o meno, interessanti e non, persino gentili o maleducate.
A sentire tutte quelle storie verrebbe voglia di imprimerle nella carta così da farle conoscere a chi crede che il mestiere del fotografo, e in particolar modo del fotografo di matrimoni o di eventi, sia un lavoro di serie b. Ne scaturisce tutta la passione e la curiosità per chi si ha di fronte, trovandosi spesso in situazioni al limite dell’assurdo, impervie e limitanti.


Ci sono le spose gelide alle quali anche nel giorno del sì è quasi impossibile tirar fuori un sorriso sincero, a volte invece ci si trova persino di fronte a situazioni complicate, mascherate a tutti i costi in occasione del grande giorno, ma che impietosamente la macchina fotografica svela senza pudore. E’ lì che sta la bravura del fotografo serio e professionale: nel tirar fuori maieuticamente ciò che di bello gli sposi e i propri invitati hanno nel cuore, e perchè no, non di rado nascondere invece qualche emozione che di certo non si vorrebbe rivedere col passare degli anni fra le pagine dell’album.
Ma ci sono anche tante storie divertenti, ricordi di matrimoni festaioli, innaffiati sin dalle prime ore della mattina da litri di vino, o imprevisti dell’ultimo momento che neanche gli sposi sapranno mai. Ogni volta sembra essere un’esperienza nuova, seppur nella sua meccanica ripetitività.
Nella macchina che corre alla volta di Modena c’è un bel clima, rilassato, divertito, si ride tanto a ripensare a quella volta che la sveglia non era suonata a Taormina, o di quel matrimonio in cui la torta non arrivava più, bloccata in autostrada e mai arrivata a destinazione.

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All’una e mezza arriviamo a destinazione. Ci fermiamo giusto qualche km prima della casa della sposa per un caffè ed un rapido riassunto della logistica della giornata.
Nessuno mangia, si è entrati già tutti nella parte. E lo stomaco credo resterà chiuso per tutti fino a tarda notte.
Io, per arrivare già pronta e non perdere neanche un commento dalla viva voce della sposa e delle sue amiche, vengo microfonata subito. Preferisco nascondere il microfono così da mettere a proprio agio i miei interlocutori. Ci sarà tempo poi per il “gelato” una volta rotto il ghiaccio.
La troupe si separa: due andranno a casa dello sposo, gli altri dalla sposa.
All’arrivo a casa di quest’ultima il clima è rilassato: in una bella casa dall’ampia corte in cui si diramano le varie stanze ci troviamo al secondo piano di fronte alla sposa. E’ ancora struccata ed è appena finita sotto le mani della make up artist. Davanti ad una grande toeletta Chiara sta seduta in tutta la sua semplice bellezza di ragazza, con i capelli lunghi e i pantaloni della tuta.
Non sembra ancora una sposa, ma una ragazzina, tanta è la freschezza del suo sorriso.
Appena affianco a lei la sua piccola bimba di neanche due anni sta facendo la doccia con la nonna.
C’è un clima disteso, tranquillo, per ora forse ancora incosciente di ciò che di lì a poche ore accadrà.


Io scambio qualche battuta con Chiara, anche se non è facile vista la tanta gente che pian piano arriva e i preparativi che proseguono con velocità serrata.
Tra un tocco di rimmel, una risata sempre più nervosa per via del tempo che sfugge dalle mani, ecco arrivare l’abito da sposa. A portarlo è direttamente la titolare dell’atelier scelto da Chiara, una signora dall’aspetto tanto professionale e competente a capo della Boutique Alba Sassuolo.
E’ lì che lo tira fuori dal portabiti candido, con la cura e l’attenzione di chi ha tra le mani un oggetto prezioso e delicato. L’abito è lunghissimo e per non sciuparlo viene appeso sulla ringhiera della scala. E’ bellissimo.
Sospeso nel vuoto di quella scalinata, si intravede un pizzo raffinato che dalla gruccia arriva sin sopra lo strascico.
L’atmosfera si fa sempre più incalzante e solo ora ci si rende davvero conto che di lì a poco tutto avrà inizio.


Nel piano di sotto Chiara Gianotti, la wedding planner di Free’n Joy, è intenta a confezionare un piccolo e raffinato braccialetto di fiori freschi per la migliore amica di Chiara, nonchè sua testimone.
Riesco a scambiare un po’ di parole con lei e ne traspare il ritratto di una Chiara, amica sin dall’infanzia, determinata e innamorata di Manuel da anni e anni, che con lui condivide l’amicizia di un gruppo di amici uniti e sempre presenti.
Nel frattempo la wedding planner non si fa scappare niente, controlla ogni singolo dettaglio con meticolosa attenzione. A vederla così, mentre si carica sull’auto due sedie per la cerimonia e dà un ultimo ritocco al bouquet, si vede nello sguardo tutta la passione per questo lavoro, la fatica per mesi e mesi passati a realizzare ogni più piccolo desiderio della propria cliente, talvolta con un consiglio e una parola di conforto, altre con il silenzio di frasi che si sarebbe volute dire ma taciute per andare avanti verso il giorno del sì.
A questo punto, alle due del pomeriggio, lascio Michele e vado a casa dello sposo, dove dal primo sguardo regna un’atmosfera diversa: lì è già arrivata la festa, con un via vai frenetico e confuso di persone, parenti e amici. Hanno perfino allestito un piccolo rinfresco fatto di pasticcini e bevande di ogni tipo.
Lo sposo, che durante i preparativi ha preferito non essere fotografato, non nasconde una certa emozione. Il più delle volte infatti sono gli sposi a mostrare l’ansia e il nervosismo verso quello che sta per accadere. Le spose per lo più trattengono l’emozione per poi lasciarsi andare ad una risata liberatoria o un pianto improvviso che racchiude in sè tutta la commozione per un giorno sognato sin da quando si è bambine.
Si respira tanto affetto e una sincera gioia per quello che sta per accadere.
Davanti a me ho una famiglia italiana come tante, persone semplici legate da sentimenti veri, che in grandi occasioni come questa riscoprono tutto il calore e l’amore di rapporti coltivati una vita.
C’è una gioia genuina nell’aria, la stessa che si respirerà per tutta la cerimonia. Oltre ad un affetto profondo per due persone che capisco essere davvero speciali, se amate da tante persone.

Nel prossimo post il matrimonio di Chiara e Manuel

Credit foto: Michele Dell’Utri Studio

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