Quando è il matrimonio a fare politica: i Trump prendono esempio dagli Underwood

Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna“, scriveva Virginia Woolf pensando alle tante donne che in passato avevano contribuito al successo, spesso nell’ombra, di uomini passati alla storia. I tempi cambiano, i ruoli tra uomo e donna anche, ma sembra non cambiare questa verità: ancor oggi infatti sono tanti i politici e non solo che devono la propria fama e i propri traguardi all’acume, all’intelligenza e alla sensibilità della dolce metà.
L’ultimo caso, di cui si parla proprio in questi giorni, è quello dei coniugi Trump che nella corsa alla Casa Bianca hanno scelto di mettere sul tavolo il loro matrimonio.
A elezioni sempre più vicine infatti il miliardario e tanto controverso Donald Trump ha infatti scelto di calare l’asso dalla manica: non una propaganda fatta di qualche decina di dollari in più sulle pensioni, non la promessa di una riforma rivoluzionaria in fatto di istruzione o sanità, ma la moglie Melania Knavs.
E’ lei infatti ad avere accompagnato in pubblico, ma soprattutto in privato, il marito, a conoscere meglio di chiunque altro i punti di forza (e anche quelli deboli) della campagna elettorale dai toni a volte troppo accesi e soprattutto a rappresentare qualcosa che agli americani sta molto a cuore ovvero la casa, la famiglia, la dimensione privata di un uomo.

Viene da chiedersi se Donald Trump non abbia preso ispirazione dalla serie cult del momento ovvero House of Cards, quella che racconta proprio i giochi di potere della politica, le dinamiche che stanno dietro ogni decisione del protagonista deus ex machina dei corridoi alla Casa Bianca, lui e solo lui, Frank Underwood.
Chi ha visto e vede tutt’ora la serie, arrivata alla quarta stagione, sa che, tanto è il carisma, il potere ipnotico e l’ascendente di quest’uomo, da rendere impossibile non tifare per lui, nonostante sia lontano anni luce dalla nostra morale ed etica, dal nostro modo di essere.
Ma è questa la forza di Frank Underwood. Questa e la moglie, Claire, ancora più spietata, agguerrita e amorale del marito.
Tuttavia è insieme che la magia ha compimento: l’uno senza l’altro sono poca cosa, e non importa se hanno provato a farsi le scarpe tante volte. Entrambi hanno compreso, arrivati appunto alla bellezza di 52 episodi, che è nel loro matrimonio che risiede la forza e il potere che può fare la differenza.

Claire come Melania: belle, eleganti, devote ai mariti e pronte a scendere in campo per realizzare i sogni dell’altro, che però coincidono con i loro.
Melania è una donna molto intelligente e io dovrei ascoltare di più i suoi consigli. Francamente – ha detto alla Cnn – penso che la maggior parte degli americani vorrebbe mia moglie come first lady”.
Lo staff di Trump ha detto: “Melania potrebbe essere un messaggero convincente, specialmente tra i cittadini indipendenti“.
Poco importa che Melania non abbia all’attivo alcuna esperienza in politica, o che i repubblicani abbiano usato, per denigrarla, una fotografia che la ritrae nuda su una pelliccia pubblicata sul mensile GQ.
Gli americani restano ancorati alle proprie convinzioni, una di queste è senz’altro il matrimonio. E quindi a poco servono slogan, proposte politiche o promesse, e Trump, come Underwood, l’ha capito.
Lui che in campagna elettorale, non ha usato certo mezzi toni affossando l’antagonista Clinton, proprio sul matrimonio e sull’adulterio del marito, nella corsa alla presidenza degli Stati Uniti ora divide il suo microfono con Melania.
Dalla fede al dito alla Casa Bianca il passo sembra essere breve. Tra qualche mese vedremo se c’ha visto giusto.