Con Enzo Miccio il matrimonio diventa davvero un “Wedding Party”: l’intervista sul libro, le sue spose e…

 

Image 7 of 12

Enzo Miccio arriva in libreria con un nuovo libro “Wedding Party”; un luogo viaggio con una sola meta: i matrimoni da sogno.
Tradizione e modernità, progetti scenografici di rara bellezza e abiti da sogno, dettagli raffinati e preziosi, tenute in campagna e ville al mare con viste mozzafiato, atmosfere country e cittadine, location fiabesche all’interno di magici castelli e borghi medievali, pranzi alla luce del sole e festeggiamenti serali sotto le stelle, arredi floreali e giochi di luce, buffet regali e feste danzanti…
Enzo, con il suo inconfondibile stile e la sua innata eleganza, presenta i più bei matrimoni mai organizzati, dove ogni particolare: dalla scelta delle location alle scenografie floreali, dagli arredi al design della tavola, dalla colonna sonora alla progettazione delle luci fino al gran finale del wedding cake – concorre a creare un evento unico ed irripetibile. Ce lo ha raccontato a pochi giorni dalla presentazione milanese che si terrà il 22 novembre al Mondadori Store di Piazza Duomo. L’evento sarà moderato dall’avvocato Annamaria Bernardini de Pace e da me.

Com’è nato questo nuovo libro?
Volevo da un po’ di tempo fare un coffee table book, un’antologia in un certo senso celebrativa del mio lavoro. Lo definisco un baule pieno di ricordi. Ho un archivio fotografico davvero incredibile, spesso usata troppo poco, e mi sono reso conto di avere tra le mani tanto materiale e tanti bei ricordi. Avevo fatto un primo libro illustrato tanti anni fa. L’avevamo presentato con Cristina Parodi e Marta Marzotto. Ho ricontattato Mondadori per proporglielo e ho trovato subito un grande entusiasmo nei confronti di questo progetto. Era insomma arrivato il momento di mettere su carta alcuni ricordi, che spesso condivido con le mie clienti, persone che dopo un evento continuo a vedere e frequentare, e condividerli con tutti.

Come mai questo titolo, Wedding Party?
Perché ormai si parla del matrimonio come di una festa. Non parliamo più, io lo ripeto da tanti anni, di un banchetto di nozze, ma di un grande evento, una bella festa.

Nell’incipit del libro parli di bellezza e del tuo ruolo legato ad essa. Per te cos’è la bellezza?
Una gabbia, se vuoi anche dorata, ma pur sempre una gabbia. Io sono un po’ schiavo della bellezza, sono attratto solamente da ciò che mi appaga esteticamente. Non un’estetica futile, ma con dei valori, ma comunque solo ciò che mi comunica bellezza mi fa stare bene. Non potrei vivere o lavorare con persone che non piacciono. Mi rendo quindi conto che è un limite, ma ho bisogno di creare una bellezza che mi ripaga del lavoro fatto e appaga l’anima, lo spirito.

Non sarà facile essere un’esteta oggi come oggi.
Assolutamente, infatti sono super criticato per questo. La gente si ferma al fatto che io predichi bellezza fine a se stessa, ma non è solamente quello. E’ una filosofia, è uno stato d’animo. Cerchiamo di creare bellezza, ma soprattutto di educare ad essa, trasferendola agli altri. Viviamo nel Paese più bello al mondo, abbiamo una fortuna incredibile. Non possiamo occuparci di bellezza, l’abbiamo nel dna. La respiriamo tutti i giorni.

Le tue spose si lasciano guidare verso questo senso di bellezza?
Sì si instaura un bellissimo feeling tra me e i miei clienti. Resto addirittura colpito da questo perché a volte c’è empatia ancora prima di conoscerci. Quando si fa una scelta di un professionista così delicato come il wedding planner è indispensabile rivedersi in quello che fa, nelle foto che lo rappresentano. Chi si chiede su questi divani vuole il mio stile.

Sfogliare ora il libro a cose fatte che emozioni ti fa provare? Cosa ti viene in mente?
Che ho lavorato tanto. Volendo avrei avuto il materiale per farne un altro, ma ovviamente c’era un limite. Ci siamo dati appuntamento con Mondadori tra qualche anno. Sfogliandolo però mi sento soddisfatto, mi ci rivedo e vedo anche delle evoluzioni in me stesso. Io poi sono molto critico e quindi mi faccio mille domande.

In questi anni qual è stata la gratificazione maggiore che ti ha dato il tuo lavoro?
Le gratificazioni a livello personali sono quelle che mi danno le mie clienti sul campo. Quelle sono impagabili. Non me le può dare nessun riconoscimento e nessun premio. Le lacrime, gli abbracci, i momenti trascorsi insieme, la loro gioia… Poi ovviamente nel corso di questi anni sono successe moltissime cose: quando ho iniziato la gente non sapeva neanche pronunciare correttamente la parola “wedding planner”, non capiva cosa facevo…
Le cose ormai sono cambiate. Quello che mi piace dire è che comunque sono stato uno dei primi a portare questo lavoro in Italia e ad aver comunque creato uno stile. Questo posso davvero dirlo: ho dato vita ad uno stile a piccoli passi, trasformando il matrimonio da qualcosa di noioso, statico, qualcosa che quando la gente riceveva l’invito non voleva andarci, a un evento divertente, condiviso, dinamico, social.

Com’è cambiato il modo di approcciarsi al matrimonio e lo stesso settore?
Il settore è cambiato tanto. Il percorso è stato fatto sugli sposi perché oggi loro sanno, sono più consapevoli di cosa possono chiedere e cosa possono aspettarsi da un professionista o da un servizio. Dopo undici anni che mi vedono in tv, vedono cosa esigo e cosa riesco a realizzare, gli sposi giustamente hanno iniziato a pretendere, a chiedere, indipendentemente che l’Enzo Miccio della situazione ci sia o no.
Quindi abbiamo in ogni caso dato una mano agli sposi, spiegandogli che possono e devono pretendere, pagando e spesso anche tanto. Loro oggi sono più preparati e a dirlo ormai sono tutti i fornitori del settore, anche quelli che una volta avevano meno voglia che ciò accadesse. Per tanti anni parliamoci ci sono stati alcuni che hanno fatto il buono e il cattivo tempo e se ne sono approfittati. Poi sono arrivato io, e come me altri, a fare le pulci a tutti, perchè io mi schiero sempre dalla parte degli sposi e li devo tutelare.
Il settore del wedding è stato poi sempre di grande attrazione, ha portato in questi anni tante persone più o meno professionali a pensare a questo settore come ad una gallina dalle uova d’oro. C’era un bel business, ma ora sta finendo o per lo meno sta cambiando. Si può fare ancora un bel lavoro ma se tu hai da dare tempo, professionalità, da raccontare allora si possono ottenere dei risultati. Le cose stanno cambiando per tutti. Chi si avvicina a questo settore lo può fare solo se ha le carte in regola. La sposa ora sa smascherare chi non è professionale.

Cosa hanno in comune tutti i matrimoni presenti sul libro ? E quali invece si differenziano?
In tutti ci sono sempre dietro io con la mia maniacale cura e attenzione, cercando sempre di mantenere uno stile. Nella sezione finale c’è una selezione particolare con eventi unici: da quello stile Bollywood a quello in stile marocchino su una spiaggia.

C’è un evento che hai in testa da tempo ma che non hai ancora realizzato?
Non mi è mai capitato un matrimonio mediorientale perché hanno una cultura veramente diversa dalla nostra e questo mi darebbe la possibilità di rimettermi in gioco ancora una volta.

Per il 2017 hai nuovi progetti?
In tv sto lavorando a una cosa nuova, ma non posso dire nulla. Si parla comunque della primavera 2017.