Tutti pazzi per il Toile de Jouy: il tessuto nato in Francia nel ‘700 non smette di far battere il cuore


Ormai da qualche stagione non c’è brand che non ne proponga almeno una creazione o addirittura una piccola capsule a tema. E se qualcuno pensava che questa primavera gli avremmo detto addio si sbagliava di grosso. Sto parlando del Toile de Jouy. Romantico, francese, bon ton, perfetto per abiti, accessori, ma anche tovaglie, tende, cuscini…

Vi siete mai chiesti quale sia la sua origine? Il Toile de Jouy nasce nel 1760 nel paese di Jouy-en-Jonas, alle porte di Versailles. Il suo ideatore è Christophe Philippe Oberkampf, un imprenditore di origine tedesca che decide di aprire un piccolo laboratorio in questa zona vicina al fiume Bièvre.
La tecnica utilizzata per la stampa du cotonee o lino era inizialmente basata sull’applicazione su tele pretrattate di tavole di legno incise e tinte. Dieci anni dopo, nel 1770, il nipote di Oberkampf sostituì le tavole di legno con lastre di rame flessibili, che permettevano di disporle su fusti cilindrici e quindi di aumentare così la produzione meccanizzandola.

Il lavoro di Oberkampf fu considerato di tale merito da dichiararlo universalmente un precursore della produzione industriale di tessuti stampati caratterizzati da un’alta durata del colore. Ottenne da parte di Napoleone Bonaparte la Legion d’Onore e dal 1783 la sua compagnia divenne manifattura reale. E’ un successo enorme quello che interessa il Toile de Jouy: in breve tempo diventa un trend assoluto tra nobili e alta borghesia.
Tra le estimatrici del Toile de Jouy Giuseppina Bonaparte e naturalmente lei, Maria Antonietta, che lo scelse per le tappezzerie dei suoi appartamenti privati e per il Petit Trianon. Ma anche per rivestire sofà e paraventi.

La regina ne fu infatti così tanto colpita che decise di farsi confezionare anche il guardaroba primaverile, da indossare durante le gite all’Hameau, scegliendo tra la palette dei beige, dei grigi ‘pulce’ in auge in epoca Rococò, dei rosa e dei blu.

Il più delle volte, e anche originariamente,il toile de Jouy è realizzato in cotone, non sbiancato o bianco sporco, su cui sono stampati motivi di vita quotidiana, scene pastorali monocromatiche dell’epoca. Da allora, le fantasie si sono evolute con varie scene illustrate, ma sono i motivi originali del 1700/1800 che si trovano più spesso.

Per scoprire ancora di più su quella che è diventata una fantasia tra le più conosciute e amate di sempre è possibile visitare il museo a lei dedicato. Si trova all’interno del castello Eglantine a Jouy-en-Josas, nel dipartimento Yvelines.
Questo museo è stato creato nel 1977, ed è installato dal 1991 nel castello di Eglantine, che era di proprietà del maresciallo Canrobert.

Se però il Toile de Jouy è arrivato con tale forza a noi oggi è grazie a Christian Dior e al suo amore per questa fantasia che lo portò nel 1946 a sceglierla per la propria sede al mitico numero 30 di avenue Montaigne, nell’VIII arrondissement di Parigi.
Christian Dior rivestì di tela di Jouy le pareti e i banconi della sua prima boutique, “Colifichets”, poi. la usò per la sua dimora a Grasse. Dal 1959 il Toile de Jouy entra a far parte periodicamente delle collezioni Dior e i vari stilisti a capo della Maison hanno tratto ispirazione dalla tela di Jouy. Gianfranco Ferré l’ha usata per delle calzature e poi nella collezione Haute couture primavera-estate 1991, mentre John Galliano l’ha rivisitata per la sfilata di prêt-à-porter della primavera-estate 1998 e successivamente nelle collezioni Haute couture autunno-inverno 2001 e 2010.

Con l’arrivo di Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica delle collezioni femminili, ha visto la rinascita del motivo, portandolo ad una diffusione enorme. Da lì non c’è stato brand che non abbia tratto ispirazione, proponendo capi, accessori o complementi d’arredo ispirati alla fantasia francese.

Nel prossimo articolo scopriamo tutti i brand e i capi da non perdere se anche voi amate il Toile de Jouy

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